ATTACK ON TITAN: L’ULTIMA RESISTENZA
Chi di voi vorrebbe rivivere le stesse struggenti e totalizzanti emozioni de “L’attacco dei giganti” dal tavolino di casa propria?
“Attack on Titan – L’ultima resistenza” (edito da Cosmic Games) è un formidabile cooperativo in grado di catapultarci nel mondo di Eren senza darci nemmeno il tempo di prendere fiato. Ti senti in soggezione appena vedi svettare maestosa la figura del gigante (guardate quanto è bello, vi ho lasciato anche la foto) intento a fagocitare il suo pasto e ti poni una sola domanda: ce la faremo ad abbatterlo?
Graficamente è stupendo. Il solo gigante piazzato al centro invoglia a partecipare all’uccisione, come anche la torre con dei piccoli cannoni piazzati alle postazioni 3 e 5. Sembra tutto pronto alla grande battaglia.
Lo scopo più che ovvio è uccidere il gigante (gestito da un giocatore), ma non basta: per vincere tutti i componenti della squadra di attacco devono restare in vita, come almeno uno dei popolani.
L’enorme nemico è suddiviso in piani (compresa la torre) che i nostri eroi devono raggiungere per tendergli le loro trappole e infliggergli ferite. Per chiarezza, il gigante include i piani 1, 2, 4, 6, 7, 8; la torre il 3 e il 5. Si partirà tutti dal piano 0.
Per effettuare le proprie mosse, ci si avvale delle carte Tattica, delle combinazioni dei dadi e delle singole specialità del personaggio che si è scelto, che in genere agiscono sui risultati del lancio dei dadi. Due delle carte Tattica ci portano a sconfiggere il gigante e prevedono che un personaggio abbia raggiunto la postazione 8 (ovvero la nuca del gigante) e abbia i dadi attacco che la carta richiede. Stesso vale per le altre postazioni che la Tattica vuole occupate.
Voi direte che abbattere un gigante è diventato un gioco da ragazzi… ma anche no. Il cattivo a sua volta ha le sue contromosse per vincere la partita, anche con la modalità semplice il successo non è poi così scontato.
Egli può giocare a diversi gradi di difficoltà per gli avversari, in base a quelli sarà un gigante Base, Deviante, Distruttore o Vorace. Per lui raggiungere il suo scopo è più semplice: egli può chiudere la partita uccidendo un eroe, distruggendo tutti i cannoni dalle postazioni 3 e 5 o uccidendo tutti i popolani.
Attenzione ai dadi che lanciate, perché potrebbero mangiarveli! Scherzi a parte, potete riprovare a vostro piacimento ma quando vi esce la testa del gigante, il dado diventa suo (ma Levi si tiene i dadi sbagliati per sé, anche se nemmeno lui può riusarli) e lo utilizzerà per le sue mosse. Al turno successivo i dadi ritornano dei rispettivi proprietari e così via.
Le dinamiche non sono complesse come sembrano; descritte così ricordano vagamente un test per entrare alla Nasa, ma vi assicuro che giocando viene tutto più semplice e automatico.
“Attack on Titan – L’ultima resistenza” è nel contempo dinamico, frenetico e struggente, come in quella partita in cui ce l’avevate quasi fatta, il più bravo del team accarezzava già la nuca da far fuori in postazione 8… e poi niente, un piede enorme ha spalmato l’ultimo popolano sul tavolo, rendendolo marmellata insieme agli altri.
Confesso che vi farà più piangere che gioire, perché il gigante ha un grande vantaggio (come d’altronde è giusto che sia) e non vi renderà facile l’impresa, specialmente quando con affetto vi butterà giù dalle postazioni o vi farà interrogare sul come sparargli quando vi ritroverete sulla torre, a fare conversazioni tipo: “Ma dove sono finiti i cannoni?” “Boh, non saprei, erano qui un attimo fa…” e poi lo scorgerete da lontano un po’ in difficoltà mentre tenterà di digerirli.
Io non volevo più smettere: è un’esperienza entusiasmante in cui collaborare e velocemente fa la differenza tra la vita e la morte. Specialmente consigliato a chi piace soffri… a chi ama le atmosfere oscure de “L’attacco dei giganti” e a tutti coloro che con passione lo seguono/leggono, perché ti ci ritrovi dentro senza mezzi termini e ti piange anche il cuore quando di tanti muore proprio il tuo personaggio preferito.
Almeno una volta nella vita è da giocare assolutamente, ve l’assicuro.
Recensione a cura dei The Rolling Gamers.